Progetti

Qui trovi una lista di progetti in cui il Parco ha collaborato attivamente.

Area umida contigua in ampliamento al Lago Grande di Portonovo_Intervento di rinaturazione

FINANZIAMENTO REGIONALE_DDP.F Biodiversità, Rete Ecologica e Tutela degli Animali n. 22/BRE del 02/12/2014

L’Ente Parco Regionale del Conero, in qualità di gestore dei siti della Rete Natura 2000, S.I.C. “Portonovo e falesia calcarea a mare (IT5320006), S.I.C. "Monte Conero" (IT5320007), S.I.C. “Costa tra Ancona e Portonovo” (IT5320005) e Z.P.S. "Monte Conero" (IT5320015), costituita dai siti di interesse comunitario (SIC E ZSC) identificati in base alle direttive comunitarie Habitat (Direttiva n. 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) e Uccelli (Direttiva n. 79/409/CEE relativa alla conservazione degli uccelli selvatici), attua interventi a favore della loro conservazione. La realizzazione dell’area umida contigua al lago Grande ha finalità di recupero e miglioramento degli Habitat di interesse comunitario riscontrati a Portonovo, con particolare riferimento all’Habitat 1150* Lagune costiere, mediante la rinaturazione di una zona umida in cui alcuni decenni addietro sono avvenuti interventi antropici di interramento per la creazione di un campeggio. Nonostante la superficie di intervento non sia molto estesa se riferita ad un’area vasta, (la superficie complessiva è di circa mq 4.000), la rinaturazione assume un aspetto molto importante se si considera che i laghi svolgono un ruolo ecologico rilevante e arricchiscono significativamente l’ecomosaico ed il patrimonio di biodiversità del paesaggio subcostiero. L’invaso ha una superficie di circa 1.800 mq ed è profondo fino a m 1.5 dal piano di campagna con parti dolcemente digradanti, che, a seconda della stagione, ma soprattutto delle maree, possono essere asciutte, umide o sommerse per la presenza di acqua di falda.

  • Relazione tecnico illustrativa
  • Relazione botanica
  • Tavole grafiche stato attuale
  • Tavole grafiche progetto
  • Pannello didattico informativo area umida
  • Lavori di eradicazione di Ailanthus altissima in zona "Piani di Raggetti"

    IL PROGETTO - “Piano regionale per il controllo delle specie esotiche invasive”

    La Regione Marche con decreto n. 150 del 23 giugno 2023, ha emanato un bando per la presentazione di progetti finalizzati alla richiesta di finanziamenti per opere e interventi per il contenimento delle specie esotiche invasive nel territorio regionale. Con il termine di specie esotiche invasive si intendono le specie animali/vegetali introdotte accidentalmente o intenzionalmente dall’uomo che causano rilevanti impatti negativi sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici degli habitat in cui si stabiliscono.All’interno del Parco del Conero l’Ailanto (Ailanthus altissima), specie esotica invasiva, minaccia i boschi, la macchina mediterranea e le praterie del Conero. Le misure di conserva zione del Piano di gestione dei siti Natura 2000 inclusi all'interno del territorio del Parco del Conero prevedono come azione il contenimento delle popolazioni di Ailanto. Buona Pratica - Progetto del Parco Naturale del Conero A ‘’Piani di Raggetti’’, troviamo foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia, formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo fortemente minacciati dall’Ailanto. Si è proposto di intervenire con una serie di azioni esemplari al fine di contenere la grande densità di individui di Ailanto nel parco e valorizzare l’iniziativa con una serie di azioni divulgative. Essendo l’Ailanto un albero altamente pollonante, ossia capace nel produrre nuove piante dalla base del fusto o dalle radici, e avendo anche una grande capacità dispersiva, data dalla grande produzione di semi che presentano strutture alate, rappresenta una forte minaccia per le altre specie di alberi che entrano in concorrenza con esso. L’eradicazione dei diversi esemplari di Ailanthus altissima nel Parco del Conero verrà svolta tramite l’impiego di tecniche differenti, che vadano quindi a contenere la formazione di nuovi esemplari e quindi a salvaguardare la biodiversità presente.

    MAPA Marine Adriatic PArks

    The project aims to address the threat of over-exploitation of marine biodiversity in the Adriatic Sea by establishing Marine Adriatic Parks (MAPAs). Overfishing has led to the decline of commercial fish stocks, posing social, economic, and ecological challenges that require international cooperation. MAPAs will be established in three key areas to enhance protection and connectivity among marine protected areas (MPAs). These areas, part of the Natura 2000 network, will serve as models for sustainable marine resource management and biodiversity conservation. Through collaboration with local communities, the project will promote the coexistence of people and the sea, fostering appreciation for the marine environment and supporting sustainable economic development. Ultimately, the project aims to preserve marine biodiversity while ensuring the livelihoods of coastal communities.   Il progetto mira ad affrontare la minaccia dello sfruttamento eccessivo della biodiversità marina nel Mare Adriatico istituendo i Parchi Marini dell’Adriatico (MAPA). La pesca eccessiva ha portato al declino degli stock ittici commerciali, ponendo sfide sociali, economiche ed ecologiche che richiedono la cooperazione internazionale. I MAPA saranno istituiti in tre aree chiave per migliorare la protezione e la connettività tra le aree marine protette (AMP). Queste aree, parte della rete Natura 2000, serviranno da modello per la gestione sostenibile delle risorse marine e la conservazione della biodiversità. Attraverso la collaborazione con le comunità locali, il progetto promuoverà la convivenza tra le persone e il mare, favorendo l’apprezzamento per l’ambiente marino e sostenendo lo sviluppo economico sostenibile. In definitiva, il progetto mira a preservare la biodiversità marina garantendo al tempo stesso il sostentamento delle comunità costiere. Partner:
    • Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente - ARPA Molise (IT)
    • Society of Marine Explorers - 20.000 miglia (HR)
    • Università delle Marche (IT)
    • Parco Regionale del Conero (IT)
     

    RESONANCE project - impRoving landslidE riSk preventiOn aNd mAnagement iN Coastal arEas

  • Programme: INTERREG VI-A Italy-Croatia CBC 2021.-2027., 1st Call for Proposals, Standard project
  • Specific Objective: 2.1: Promoting climate change adaptation and disaster risk prevention, resilience, taking into account eco-system based approaches
  • Lead Partner: Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"
  • Project duration: 30 months, 1st March 2024 - 31st August 2026
  • Total project budget: 1.183.551,15 EUR,  ERDF 80% 946.840,92 EUR
  • The project acronym RESONANCE, full name ''impRoving landslidE riSk preventiOn aNd mAnagement iN Coastal arEas'', is a project submitted and approved within the first call for Standard projects of the INTERREG VI-A Italy-Croatia Cross-Border Cooperation Programme 2021.-2027.

    RESONANCE aims to decrease the risk for humans and infrastructures by improving the understanding about the factors controlling coastal landslides and erosion processes in the Adriatic region and, at the same time, the civil protection procedures/guidelines. The project will take advantage of the recent advancements on the fields of geophysics, remote sensing, computational analysis and virtual-mixed-augmented reality (VR, MR and AR).

    The four selected representative pilot case studies (Marche and Puglia Region in Italy and Istrian and Primorje-Gorski Kotar County in Croatia) will be used to develop a multidisciplinary and multitemporal survey system, perform numerical analysis of coastal behaviors to potentially predict the future processes in relation to climate variation and weathering processes and create a vulnerability and risk maps of the pilot areas; and eventually create a virtual database containing the research results and define new guidelines for managing hydrogeological risk in Adriatic coastal area.

    The use of VR, MR and AR will play a key role in the project. The virtual database has the purpose of promoting the cooperation and communication between public authorities, research institutions and stakeholders during landslide hazard/risk management and civil protection operations. Through the virtual database it will be possible to visualize (in the lab through VR and MR or in the field through AR) the Unmanned Aerial Vehicle (UAV) photogrammetry and LiDAR (Light Detection and Ranging) models/videos and results of multitemporal surveys, numerical simulations and monitoring data in real-time. This will remarkably improve dissemination methods, data sharing and tourism promotion. The integration of all the surveys/analysis/visualization techniques represents an innovative methodology for landslide risk analysis and will be used for defining a new coastal vulnerability plan and civil protection guidelines for coastal analysis, monitoring and risk prevention (selection of equipment, data recording and sharing, quality and precision control etc). Furthermore, the virtual tools will be also used for tourism promotion through the development of VR and MR tourism tools where drone videos and coastal 3D models could be visualized by tourist in a virtual world (to be used by local and regional authorities, sectoral agencies and stakeholders) and also smartphones/tablet /smart glasses AR applications that could be used by excursionists and tourist in the coastal areas to visualize trails, beaches, tourism facilities and landslides restricted areas.

    Project partners are University of Urbino ''Carlo Bo'' as Lead partner (IT), Institute of Heritage Science-National Research Council (IT), Conero Regional Park (IT), Faculty of Civil Engineering from University of Rijeka (CRO) and Istrian University of Applied Science (CRO). Progetto RESONANCE - migliorare la prevenzione e la gestione del rischio di frane nelle aree costiere

  • Programma: INTERREG VI-A Italia-Croazia CBC 2021.-2027., 1° invito a presentare proposte, progetto standard
  • Obiettivo specifico: 2.1: promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione del rischio di catastrofi, la resilienza, tenendo conto degli approcci basati sugli ecosistemi
  • Partner capofila: Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"
  • Durata del progetto: 30 mesi, 1° marzo 2024 - 31 agosto 2026
  • Budget totale del progetto: 1.183.551,15 EUR, FESR 80% 946.840,92 EUR
  • Acronimo del progetto RESONANCE, nome completo ''migliorare la prevenzione e la gestione del rischio di frane nelle aree costiere arEas'', è un progetto presentato e approvato nell'ambito del primo bando per progetti standard del Programma di cooperazione transfrontaliera INTERREG VI-A Italia-Croazia 2021-2027.

    RESONANCE mira a ridurre il rischio per gli esseri umani e le infrastrutture migliorando la comprensione dei fattori che controllano le frane costiere e i processi di erosione nella regione adriatica e, allo stesso tempo, le procedure/linee guida della protezione civile. Il progetto trarrà vantaggio dai recenti progressi nei campi della geofisica, del telerilevamento, dell'analisi computazionale e della realtà virtuale-mista-aumentata (VR, MR e AR).

    I quattro casi di studio pilota rappresentativi selezionati (Regione Marche e Puglia in Italia e Contea Istriana e Primorje-Gorski Kotar in Croazia) saranno utilizzati per sviluppare un sistema di indagine multidisciplinare e multitemporale, eseguire analisi numeriche dei comportamenti costieri per prevedere potenzialmente i processi futuri in relazione alla variazione climatica e ai processi di erosione e creare mappe di vulnerabilità e rischio delle aree pilota; e infine creare un database virtuale contenente i risultati della ricerca e definire nuove linee guida per la gestione del rischio idrogeologico nell'area costiera adriatica.

    L'uso di VR, MR e AR svolgerà un ruolo chiave nel progetto. Il database virtuale ha lo scopo di promuovere la cooperazione e la comunicazione tra autorità pubbliche, istituti di ricerca e parti interessate durante la gestione del rischio/pericolo di frana e le operazioni di protezione civile. Attraverso il database virtuale sarà possibile visualizzare (in laboratorio tramite VR e MR o sul campo tramite AR) la fotogrammetria di Unmanned Aerial Vehicle (UAV) e modelli/video LiDAR (Light Detection and Ranging) e risultati di rilievi multitemporali, simulazioni numeriche e dati di monitoraggio in tempo reale. Ciò migliorerà notevolmente i metodi di disseminazione, la condivisione dei dati e la promozione turistica. L'integrazione di tutte le tecniche di rilievi/analisi/visualizzazione rappresenta una metodologia innovativa per l'analisi del rischio di frana e sarà utilizzata per definire un nuovo piano di vulnerabilità costiera e linee guida di protezione civile per l'analisi costiera, il monitoraggio e la prevenzione del rischio (selezione delle attrezzature, registrazione e condivisione dei dati, controllo di qualità e precisione ecc.). Inoltre, gli strumenti virtuali saranno utilizzati anche per la promozione turistica attraverso lo sviluppo di strumenti turistici VR e MR in cui i video dei droni e i modelli costieri 3D potrebbero essere visualizzati dai turisti in un mondo virtuale (da utilizzare da parte delle autorità locali e regionali, agenzie di settore e parti interessate) e anche applicazioni AR per smartphone/tablet/occhiali intelligenti che potrebbero essere utilizzate da escursionisti e turisti nelle aree costiere per visualizzare sentieri, spiagge, strutture turistiche e aree soggette a frane.

    I partner del progetto sono l'Università degli Studi di Urbino ''Carlo Bo'' come capofila (IT), l'Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IT), il Parco Regionale del Conero (IT), la Facoltà di Ingegneria Civile dell'Università di Fiume (CRO) e l'Università Istriana di Scienze Applicate (CRO).

    Laghetto di contenimento per tartarughe alloctone

     

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    Sono specie alloctone le specie introdotte accidentalmente o dolosamente da parte dell’uomo in ambienti dove non sono mai state presenti. Queste specie, definite anche “aliene”, causano problemi di carattere predatorio/competitivo con le specie locali, autoctone, e possono quindi causarne la riduzione e, in alcuni casi l’estinzione per via diretta o indiretta, possono infatti anche essere vettori di patogeni per le specie locali. Una delle specie target è la testuggine palustre americana Trachemys scripta la tartaruga dalle striature gialle o rosse, venduta comunemente a cifre irrisorie nelle fiere di paese e in quasi tutti i negozi di animali negli ultimi decenni. Nel corso degli anni, a seguito di studi e osservazioni, si è riscontrato che questa specie introdotta in ambiente naturale, dove si adatta perfettamente, ha determinato problemi agli ecosistemi acquatici in particolare alle specie autoctone simili, come la testuggine palustre europea Emys orbicularis, con la quale entra in competizione trofica, di superficie per basking e riproduttiva, rappresentando quindi una minaccia per la conservazione della biodiversità. Nel 2017 è stato emanato un decreto legislativo che obbliga tutti i proprietari di Trachemys a dichiararne il possesso. Ciò ha determinato numerosi casi di abbandono di questo animale in ambiente acquatico naturale. L’Ente Parco, beneficiando di un apposito contributo della Regione Marche destinato alle aree protette, ha realizzato presso la propria sede un laghetto artificiale per il recupero e il contenimento della Trachemys, quale misura per evitare l'abbandono incontrollato di questa specie per ridurne il tasso di introduzione in ambiente naturale e mitigarne così gli impatti. La vasca ha una superficie di circa mq 85 ed è sagomata per ottenere due livelli di profondità che servono a garantire uno spazio per il nuoto, con acqua più profonda, ed una zona perimetrale di basking (comportamento essenziale di questi animali per prendere il sole e quindi attivare il metabolismo). Circonda l’invaso una fascia di acciottolato grossolano (diametro tra i 6 e i 10 cm) che garantirà la mancata deposizione delle uova evitando così la riproduzione degli esemplari. L’invaso è stato opportunamente recintato per evitare la fuoriuscita delle testuggini e l’ingresso di altri animali (anfibi). E’ stato realizzato anche un invaso più piccolo con finalità prettamente didattiche, destinato ad ospitare un ecosistema non alterato da specie invasive e quindi ricco di biodiversità (piante, insetti, anfibi) utile per l'attività del CEA (Centro di Educazione Ambientale) del Parco.    

    Monitoraggio di alcune specie animali di interesse comunitario della porzione terrestre dei Siti Natura 2000 del Conero e delle aree contermini funzionalmente correlate ai siti dal punto di vista ecologico

     
    E’ in corso il monitoraggio di alcune specie della fauna di interesse comunitario presenti nella porzione terrestre dei Siti Natura 2000 del Conero e nelle aree contermini funzionalmente correlate ai siti dal punto di vista ecologico. In particolare il monitoraggio riguarda di specie di interesse comunitario appartenenti ai seguenti gruppi: Chirotteri, Uccelli nidificanti e Anfibi e Rettili. Il progetto è finanziato con i fondi del PSR Marche 2014-2020 - Bando Misura 7 - Sottomisura 7.6 Operazione B- “Supporto alla strategia regionale di tutela della biodiversità della Rete Natura 2000”.

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    Seeds&Bees

       

    “Seed&Bees: Incrementare e migliorare gli habitat per gli impollinatori e la biodiversità attraverso la selezione di semi di piante autoctone”

    Il progetto è realizzato dall’Ente Parco del Conero in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, l’Istituto di Istruzione Superiore Vanvitelli Stracca Angelini, l’Associazione Arci ProPolis Aps. Riguarda la protezione di un genere di insetto fondamentale come le api per la tutela della biodiversità ma anche la qualità ambientale perché il progetto si occupa della riqualificazione dell’habitat di questi impollinatori ma coinvolge anche la filiera di agricoltori, apicoltori, operatori del parco, comunità locale e studenti. “L’intervento sostenuto dalla Fondazione Cariverona riguarda il contrasto alla progressiva perdita di biodiversità e il mantenimento di ecosistemi ad elevato grado di naturalità”. Il settore apistico in Italia denuncia una perdita di ricavi quantificabile in oltre 70 milioni di euro per il calo produttivo imputabile alla perdita di biodiversità degli habitat negli agrosistemi e per questo la parte formativa nei confronti degli agricoltori per preferire negli inerbimenti specie autoctone di piante che consentano miscugli di semi di specie non aliene è fondamentale per il presente e soprattutto per il futuro”. Il progetto è coerente sia con gli obiettivi strategici dell’Agenda 2030 dell’Onu Life on Land che a livello nazionale e regionale per quanto concerne il PSR. In sintesi i risultati del progetto riguarderanno il miglioramento dei prati che determineranno un incremento delle popolazioni di impollinatori selvatici con benefici che si ripercuoteranno sull’ambiente naturale ma anche negli agroecosistemi stessi.  

    Progetto SISTEMA’ ovvero… da cosa nasce cosa…

    Il ‘Progetto SISTEMA’ ovvero… da cosa nasce cosa…

    • Finanziamento: Fondazione Cariverona
    • Capofila Comune di Ancona
    • AZIONE SISTEMA TERRA: affronta problematica declino della fertilità del suolo causato dall’agricoltura moderna
    • Attività sperimentale in campo con un insieme di tecniche agricole ‘innovative’
    • 9 aziende coinvolte, 4 bio e 5 convenzionali
    • le 4 aziende bio provengono tutte dall’Accordo Agroambientale d’Area ‘Coltiviamo la qualità delle acque del Conero’
    • Prevede il monitoraggio dei suoli, in continuità con l’Accordo

    Il ‘Progetto SISTEMA’ obiettivi

    • Creare un modello di coltivazione per il territorio della Regione Marche che migliori il livello di qualità dei suoli attraverso l’introduzione di tecniche agricole sostenibili dal punto di vista ambientale mirate a: 1.incremento del contento di humus nel suolo - 2.attivazione del ciclo del carbonio
    • Coinvolgere le aziende agricole nella sperimentazione, renderle protagoniste del cambiamento e della diffusione delle pratiche agricole innovative adottate
    • Misurazione della capacità rigenerativa e della biodiversità del suolo nel triennio di sperimentazione tramite monitoraggi mirati
    • Misurazione della sostenibilità economica del nuovo modello di coltivazione

    Il Parco del Conero sostiene il progetto Adotta un ulivo Tuteliamo il territorio della Selva di Castelfidardo

     
    
    A Castelfidardo esiste un bosco residuo tra i più importanti delle Marche, la Selva di
    Castelfidardo.
    Questo luogo speciale confina con ambienti urbanizzati che ne minacciano la sopravvivenza.
    Da qui nasce il progetto “Adotta un ulivo” che ha l’obiettivo di dare la possibilità a tutta
    la comunità di contribuire alla protezione ambientale della Selva di Castelfidardo. Come?
    Attraverso l’adozione degli ulivi che necessitano di cure e attenzioni per poter crescere e
    contribuire a creare corridoi ecologici che ampliano l’habitat naturale della fauna selvatica,
    tra il bosco della Selva e l’uliveto.
    Gli enti promotori del progetto, Fondazione Ferretti e Selva cooperativa sociale, hanno
    deciso di investire molto in questa iniziativa poiché credono profondamente nella necessità
    di costruire un percorso comunitario che possa portare alla creazione di una coscienza
    ecologica condivisa e consapevole.
    Molti volontari e partner pubblici e privati del territorio si sono adoperati per la
    realizzazione di questo progetto, che ha ottenuto il patrocinio di Comune di Castelfidardo,
    Provincia di Ancona, Consiglio Regionale–Assemblea Legislativa delle Marche, Fondazione CARILO,
    Ente Parco Regionale del Conero, Agenzia Regionale Marche Agricoltura Pesca, Università Politecnica
    delle Marche, Università di Camerino, Italia Nostra Marche, Confagricoltura Marche, Aprol Marche,
    AIAB Marche, Slow Food Marche, Confcooperative Marche.
    
    In che cosa consiste il progetto?
    L’adozione è un sostegno liberale, annuale e rinnovabile, all’attività di cura condotta dalla
    Fondazione Ferretti e dalla Selva Cooperativa. Possono aderire singole persone o famiglie,
    scuole e associazioni, aziende e chiunque voglia dare il proprio contributo.
    Basta accedere al portale www.adottaunulivo.org, scegliere un ulivo tra le varietà disponibili
    e, in base a tre differenti livelli di adozione, versare la propria quota di adesione.
    
    Il donatore riceverà:
    -              il certificato di adozione;
    -              la targhetta con il suo nome che verrà posizionato sull’alberello;
    -              l’aggiornamento periodico sulle fasi dell’oliveto;
    -              un omaggio in base al livello di adozione
    -              la possibilità di partecipare alla giornata di raccolta collettiva
                   delle olive e ad altri eventi dedicati ai sostenitori del progetto
    I piccoli ulivi che saranno adottati cresceranno grazie al supporto di tutti coloro che vorranno
    aderire. Chi adotta un ulivo permette la salvaguardia della biodiversità, il mantenimento del
    paesaggio rurale marchigiano, lo sviluppo sostenibile e inclusivo e supporta la lotta ai
    cambiamenti climatici.
    
    L’uliveto della Selva Cooperativa sociale
    Nel 2021, con la consulenza dell’Agenzia regionale Marche Agricoltura Pesca, è stata
    effettuata una nuova piantumazione selezionando esclusivamente varietà autoctone di 
    ulivo che sono a rischio di erosione, come la Mignola,la Raggia e il Piantone di Mogliano.
    L’uliveto, a conduzione biologica certificata, è gestito dalla Selva cooperativa sociale,
    la quale svolge attività che prevedono l’inclusione nel mondo del lavoro di persone in
    condizione di svantaggio. La cooperativa mette al centro della sua missione il lavoro,
    inteso come Valore Sociale e rivolto alla creazione di progetti sostenibili e nel rispetto
    del territorio, proprio come quello di “Adotta un ulivo”.
    
    Impatto ambientale e agricoltura paesaggistica
    Piantare un uliveto durante una crisi climatica, significa fare la differenza. Si stima
    che un ettaro di uliveto a conduzione biologica riesca ad assorbire 15,5 tonnellate di CO2
    in un anno, a differenza di un sistema colturale tradizionale che ne stocca solamente 10 tonnellate.
    L’ulivo, coltivato secondo i principi dell’agricoltura biologica, è inoltre una pianta a
    bassa impronta idrica, che tollera gli stress idrici e che riesce a gestire efficacemente
    le proprie risorse. Inoltre, il suolo viene lasciato inerbito per un duplice motivo: proteggere
    il suolo dall’erosione e favorire la crescita di erbe e fiori che attirano micro e macrofauna.
    
    Un breve focus sulla Selva di Castelfidardo
    La Selva di Castelfidardo si trova nel cuore delle Marche vicino al Parco del Conero, sulla
    storica collina di Monte Oro Selva che si affaccia sul mare Adriatico. È considerata un bosco
    relitto di quelli che nel Quaternario ricoprivano molti territori del centro Italia e della
    pianura Padana, caratterizzata da un elevatissimo livello di biodiversità floristica e faunistica
    ed è oggetto di studio a livello nazionale ed internazionale da moltissime università.
    La Fondazione Ferretti e la Selva Cooperativa si occupano di tutelare la Selva nei confronti
    degli ambienti urbani con i quali confina e che potrebbero minacciare la sua sopravvivenza.
    
    Tuteliamo il territorio della Selva di Castelfidardo
    Per tutelare la biodiversità e la naturalità del territorio, nel versante Sud della Selva,
    dove il Duca Roberto Ferretti iniziò la coltivazione dell’olivo negli anni ‘50 del secolo
    scorso, la Fondazione Ferretti nel 2008 ha ideato un’agricoltura paesaggistica ed ecosostenibile,
    attraverso il mantenimento di siepi e di vegetazione autoctona spontanea. Questo progetto si 
    inserisce nella R.E.M. (Rete Ecologica Marchigiana) e contribuisce a creare corridoi ecologici
    favorendo ed ampliando l’habitat naturale per la fauna selvatica tra il bosco della
    Selva e l’uliveto a conduzione biologica certificata.
    
    Contatti:
    Fondazione Duca Roberto Ferretti di Castelferretto
    Selva Società Cooperativa Sociale
    Via della Battaglia, 52
    60022 Castelfidardo (AN)
    Tel./whatsapp 071780156
    info@adottaunulivo.org
       

    Archeopaesaggio al Conero: nuovi spazi e nuove pratiche per scoprire, conservare e vivere il territorio del Parco

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    Il progetto, Archeopaesaggio al Conero: nuovi spazi e nuove pratiche per scoprire, conservare e vivere il territorio del Parco, mira a realizzare un prodotto turistico/culturale innovativo e attrattivo, capace di narrare il territorio del Conero e le sue straordinarie e poco note risorse archeologiche con modalità suggestive e coinvolgenti, quali l'applicazione di pratiche di archeologia sperimentale e la realizzazione di soluzioni multimediali immersive e di realtà aumentata. L'obiettivo è quello di avviare una forma integrata e sostenibile di fruizione dei beni culturali e ambientali, anche attraverso pratiche partecipate, creando al contempo reti collaborative tra pubblico e privato. La realizzazione di un Archeodromo a tema piceno, ovvero la ricostruzione di una casa picena a scala reale attraverso pratiche di archeologia sperimentale, attività ludico-didattiche di archeo-agricoltura e archeo-artigianato e lo sviluppo di applicazioni di realtà virtuale e 3D con tour virtuali ed immersivi, daranno vita ad un percorso tematico ampio che comprenderà l’Antiquarium Statale di Numana, l’Area Archeologica “I Pini” di Sirolo ed il Centro Visite del Parco. In questi siti saranno realizzati interventi e nuovi allestimenti che prevedono l’uso di tecnologie innovative. Il progetto, promosso dall’Ente Parco Regionale del Conero e sostenuto dalla Fondazione Cariverona grazie al Bando Valore Territori 2018 per un totale di € 440.000,00, vede coinvolti oltre al capofila l'Ente Parco Regionale del Conero, la Soc. Coop. Sociale Onlus Opera che gestisce la struttura del Centro Visite del Parco ed il connesso Centro di Educazione Ambientale Cea, i Comuni di Sirolo, Numana e Camerano, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche AN-PU, l'Antiquarium Statale di Numana, il Museo Tattile Statale Omero, l'Associazione Riviera del Conero e Colli dell'Infinito e il DICEA - Department of Construction, Civil Engineering and Architecture dell’Università Politecnica delle Marche.

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    #IOSONOILPARCO

    Campagna di sensibilizzazione per la sicurezza stradale e tutela della fauna selvatica nel Parco del Conero

    “Ogni area naturale protetta è una grande casa, e tutti noi siamo gli abitanti. E' la Natura ad averci dato un regolamento. Ora dobbiamo solo applicarlo”.
    Vivere, o semplicemente transitare in un Parco naturale, offre la possibilità di poter ammirare scorci e panorami suggestivi.
    Non è insolito incontrare le tante specie di animali selvatici che nel Parco hanno la loro casa.
    Ma non sono gli unici!
    Ci siamo anche noi, donne e uomini, che ne viviamo la bellezza e abbiamo il dovere di tutelarla e preservarla.
    Convivere con gli animali selvatici è possibile e ogni convivenza inizia con la conoscenza e il rispetto.
    Per questo l'Ente Parco del Conero ha realizzato la campagna di comunicazione #IOSONOILPARCO con il fine di porre l'accento sul tema della co-abitazione UOMO/FAUNA in un'area naturale.
    Per aiutarci a comprendere le abitudini della fauna e il miglior comportamento da tenere in un’area protetta è stato predisposto un decalogo sulle abitudini della fauna e sulle buone pratiche da osservare quando si è alla guida lungo le arterie stradali che attraversano l'area protetta.
     
         
     

    Attività di sperimentazione dei substrati artificiali temporanei per la tutela della Sepia officinalis

    Accordo agroambientale d'area per la tutela delle acque - Progetto "Coltiviamo la qualità delle acque del Conero"

     

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    L’Accordo Agroambientale d’Area ‘Coltiviamo la qualità della acque del Conero’ ricade interamente nella provincia di Ancona. I Comuni interessati sono: Ancona, Camerano, Sirolo, Numana, Castelfidardo, Osimo. Il territorio è in gran parte all’interno del Parco del Conero, ma, in una ottica di corretta gestione della problematica della tutela della qualità delle acque, esce dai confini dello stesso.

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    Superficie dell'area del Progetto 11.315,15 ha - SAU dell'area del Progetto 5.389,00 ha - SAU delle aziende coinvolte nel Progetto 488,12 ha - SAU normalizzata delle aziende del Progetto 900,67 ha

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    LE AZIENDE COINVOLTE

    1. ACCATOLI MARINA
    2. AQUILI ZENO MAURO
    3. AZ. AGR. MONTACUTO DI PAOLO PASQUINI E ISAREMA MARGHERITA CIONI S.S.A.
    4. AZ.AGR.ANGELI DI VARANO S.S SOCIETA' AGRICOLA DEI F.LLI CHIUCCONI
    5. AZIENDA AGRARIA BIANCARDA SOCIETA' AGRICOLA
    6. BELLOMO LAURA
    7. BENADDUCI CECILIA E TAGLIARINI RODOLFO SOCIETA' SEMPLICE AGRICOLA
    8. CESARONI DANIELA "LA VELA NELL'ORTO"
    9. CORVATTA RITA
    10. 10.DA SILVA LAURA ANNABEL
    11. DOPPIERI CRISTIANA
    12. EREDI DI GIANCARLO COPPOLA
    13. FATTORINI PAOLA
    14. GUGLIELMI AMELIA
    15. LUCESOLE GRAZIELLA
    16. LUNA BONA SOCIETA' AGRICOLA - DI MAGI FEDERICO MARIA & C. S.A.S
    17. MARAZZI VITTORIA
    18. MICHELE FERRATO
    19. MORODER ALESSANDRO
    20. MORODER MARCO
    21. NICCOLINI SOCIETA' AGRICOLA S.S.
    22. PETRELLI PATRIZIA
    23. PIANELLA FABIO
    24. POLENTA MICHELE
    25. POLENTA RAFFAELA
    26. SELVA SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE
    27. SOCIETA' AGRICOLA ELISAPETTA
    28. SOCIETÀ AGRICOLA IL RITORNO
    29. SOCIETA' COOPERATIVA AGRICOLA MODERNA
    30. SPINSANTI ANDREA
    31. ZAZZARINI ADRIANA

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    Gli incontri: condivisione di esperienze

    Oltre agli incontri per la costituzione del partenariato, sono stati svolti:
    • 2/7/2020 per illustrare le attività di formazione e di monitoraggio
    • 25/11/2021 scambio di esperienze su colture di copertura e inerbimenti
    • 17/3/2022 scambio di esperienze su consociazioni
    • 1/9/2023 per illustrare i risultati della prima fase di monitoraggio

    Il corso di formazione

    • partecipazione di 14 aziende su 30
    • 11 aziende hanno completato il percorso

    Il monitoraggio

    Inizialmente basato anche sul monitoraggio diretto delle acque superficiali e profonde, questa modalità è stata abbandonata a favore di:
    • Monitoraggio della biodiversità dei suoli basato su analisi tradizionali integrate con indicatori della biodiversità come il QBSar
    • Monitoraggio della biodiversità vegetale basato su bioindicatori floristico-vegetazionali
    • Monitoraggio del sistema di gestione aziendale basato su un Indice di Gestione Sostenibile che misura l’impatto della coltivazione sulla qualità delle acque

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    Sabato 28 ottobre 2023 Salone degli Stemmi del palazzo Municipale di Castelfidardo - Convegno finale

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    Nel Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 - M22.1.A Accordi agroambientali d'area per la tutela delle acque BANDO: ACCORDI AGROAMBIENTALI D'AREA PER LA TUTELA DELLE ACQUE - Anno 2017

    Volontariato, "Amici del Parco"

    Si chiama “Amici del Parco” ed è la nuova iniziativa, che si aggiunge a quelli dedicati al volontariato “Adotta un sentiero” ed è stato ideata per chi vuole dedicare in modo strutturato parte del proprio tempo libero alla conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale dell’area protetta, partecipando in prima persona alle iniziative dell’Ente Parco. L’obiettivo è di creare un gruppo di amici – una vera e propria rete di volontari di fiducia – interessati a collaborare con l’Ente Parco e a capire meglio, toccando con mano, il lavoro svolto dall’Ente, i valori e gli obiettivi verso i quali si orienta la sua azione: l’intento del progetto è quello di offrire ai partecipanti un’esperienza unica, attraverso la quale ogni partecipante possa arricchirsi a livello personale.

    Scarica l’AVVISO e il modulo di richiesta di iscrizione all’elenco degli “Amici del Parco”

    Volontariato, Associazionismo e Cooperazione Sociale

    CETS Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette

    regione marche logo Logo cets Federparchi

    La Carta Europeaper il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette (CETS) è uno strumento metodologico ed una certificazione che permette una migliore gestione delle aree protette per lo sviluppo del turismo sostenibile.

    L'elemento centrale della Carta è la collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune ed un piano d'azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un'analisi approfondita della situazione locale. L'obiettivo è la tutela del patrimonio naturale e culturale e il continuo miglioramento della gestione del turismo nell'area protetta a favore dell'ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori.

    La CETS prende spunto dalle raccomandazioni stilate nello studio di EUROPARC del 1993 dal titolo "Loving Them to Death? Sustainable Tourism in Europe's Nature and National Parks", e rispecchia le priorità mondiali ed europee espresse dalle raccomandazioni dell'Agenda 21, adottate durante il Summit della Terra a Rio nel 1992 e dal 6° programma comunitario di azioni per lo sviluppo sostenibile. La Carta è una delle priorità per i parchi europei definite nel programma d'azione dell'UICN Parks for Life (1994).

    Inoltre, l'importanza crescente di uno sviluppo turistico sostenibile, come tema d'interesse internazionale, è stata sottolineata dalle "Linee guida per il Turismo Sostenibile Internazionale" della Convenzione sulla Diversità Biologica. La Carta affronta direttamente i principi di queste linee guida e fornisce uno strumento pratico per la loro implementazione nelle aree protette a livello locale.

    La CETS è coordinata da EUROPARC Federation, che, col supporto delle sezioni nazionali della federazione (come Federparchi-Europarc Italia), gestisce la procedura di conferimento della Carta alle aree protette e coordina la rete delle aree certificate.

     

    Obiettivi fondanti della Carta

    Migliorare la conoscenza ed il sostegno alle Aree Protette d'Europa, soggetti fondamentali del nostro patrimonio, che devono poter essere preservati e tutelati per le presenti e future generazioni.

    Migliorare lo sviluppo sostenibile e la gestione di un turismo nelle aree protette che tenga conto delle necessità dell’ambiente, delle comunità locali, delle attività imprenditoriali locali e dei visitatori.

     

    I Principi della Carta

    Lavorare in partnership

    Per coinvolgere tutti coloro che sono implicati nel settore turistico dell'area protetta, per il suo sviluppo e la sua gestione.

    Elaborare e realizzare una strategia

    Per predisporre e rendere effettiva una strategia per il turismo sostenibile ed un piano d'azione per l'area protetta.

     Per tutelare e migliorare il retaggio naturale e culturale dell'area, ma al contempo per proteggere l'area da uno sviluppo turistico sconsiderato.

    Per garantire ai visitatori un elevato livello di qualità in tutte le fasi della loro visita, per comunicare efficacemente ai visitatori le caratteristiche proprie ed uniche dell'area e incoraggiare un turismo legato a specifici prodotti che aiutino a conoscere e scoprire il territorio locale.

     

    La procedura per l'ottenimento della Carta

    La CETS è suddivisa in tre fasi: I. Turismo sostenibile per l'area protetta; II. Turismo sostenibile per imprese turistiche locali; III. Turismo sostenibile per i tour operator.

    Per ottenere la Carta (FASE I), l'area protetta, deve:

    • Presentare la candidatura ad Europarc Federation
    • Intraprendere un processo di formazione sulla CETS al personale dell'area protetta coinvolto, creare e gestire dei Forum e dei Tavoli di lavoro con i diversi attori dell'area coinvolti a vario titolo nel settore turistico (dalle imprese agli amministratori locali alle associazioni di categoria), e realizzare un'analisi partecipativa e una diagnosi del mercato turistico dell'area protetta, delle strategie già in atto, delle opportunità e dell'impatto dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
    • Elaborare un documento finale di Strategia e del Piano d'Azione
    • Ottenere la valutazione positiva da Europarc Federation sul Piano d'Azione e quindi il Diploma della Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree      Protette.

    Una volta ottenuto il riconoscimento, l'area protetta deve mettere in pratica il Piano d'Azione.

    La Carta ha validità cinque anni, rinnovabile.

    Le aree protette che hanno ottenuto la Carta possono, a loro volta, decidere di implementare la FASE IIe III della Carta, andando al di là del semplice coinvolgimento delle imprese turistiche, ma permettendo loro di ricevere riconoscimenti individuali come firmatari della Carta.

     

    Il ruolo di Federparchi

    Federparchi-Europarc Italia, in qualità di sezione nazionale di Europarc Federation e in considerazione dell'alta valenza turistica dei parchi italiani, è significativamente impegnata nella diffusione della CETS ed ha avviato la costruzione di una rete tra tutti i soggetti che la applicano o intendono applicarla, stipulando anche a questo fine vari accordi tesi a promuovere occasioni di approfondimento e confronto tecnico scientifico sui temi dello sviluppo economico e della sostenibilità turistica. Accordi specifici sono stati realizzati o sono in corso di definizione con alcune Regioni italiane per la diffusione e l'applicazione della CETS nelle aree protette regionali.

    Federparchi-Europarc Italia, inoltre, offre un servizio di consulenza, accompagnamento e supporto alle aree protette per il processo di candidatura per la CETS. L'area protetta può così avvalersi della rete nazionale e internazionale di Federparchi-Europarc Italia, che garantisce la condivisione di buone pratiche già messe in atto in altre aree protette italiane ed europee, essere seguita nel processo in modo continuativo e sul lungo periodo, anche al di là dell'ottenimento della Carta, usufruire di condizioni economiche certamente concorrenziali rispetto a quelle di società esterne private e disporre di un servizio di qualità personalizzato in base alle sue specifiche esigenze.

    L'impegno di Federparchi-Europarc Italia è anche quello di dare massima visibilità e valorizzazione alle aree protette certificate e alle aziende turistiche coinvolte nell'applicazione della Carta.

     

    Il Gruppo di Lavoro per la CETS

    L'impegno di Federparchi a costruire un Sistema italiano sulla CETS efficace e pro-attivo, ha spinto la federazione a promuovere un Gruppo di Lavoro italiano sulla CETS.

    Il Gruppo è:

    - l'occasione perché Federazione e singoli Parchi possano lavorare insieme su un progetto comune e quindi fare sistema su un'esperienza concreta come quella della CETS.

    - il modo con cui Federparchi mette in comunicazione due o più diverse aree protette certificate o interessate alla Carta, promuovendone lo scambio di esperienze e di personale.

    - l'opportunità di elaborare una posizione "italiana" da portare in sede di Europarc Federation.

    - la possibilità di approfondire le questioni del turismo sostenibile ed etico e dialogare anche con altre agenzie internazionali che operano in materia.

    Il Gruppo opera in base agli orientamenti strategici generali che riceve dagli organi politico-istituzionali di Federparchi e dei parchi aderenti alla Carta.

    E' coordinato dal Responsabile CETS di Federparchi ed è costituito da due tavoli:

    - Il primo è il tavolo tecnico, formato dai Direttori e dai Responsabili del sistema di Gestione CETS delle aree protette italiane che hanno ottenuto la CETS o che ne hanno inoltrato la candidatura. Detto tavolo è finalizzato al coordinamento tecnico e al supporto reciproco tra i parchi certificati e i nuovi parchi interessati alla CETS, al monitoraggio e alla valorizzazione della Carta, nonché ad individuare eventuali specifici temi di approfondimento in base alle necessità di volta in volta riscontrate.
    - Il secondo è il tavolo scientifico, formato dalle società di consulenza accreditate da Federparchi per le attività di accompagnamento ai parchi e alle aree protette che hanno ottenuto la CETS, e da singoli esperti specificamente designati da Federparchi. Ha il compito di proporre una modalità standardizzata e, quanto più possibile, uniforme per l'ottenimento della CETS.

    Il Gruppo di Lavoro CETS è anche l'interfaccia tecnica italiana al Working Group di Europarc Federation sul Turismo Sostenibile, con lo scopo di favorire il dialogo e lo scambio tra l'esperienza italiana e quella europea.

    ALLEGATI

    Strategia e piano di azione

    Carta confini Parco e Comuni

    FORUM

    Verbale Forum del 06/06/2012 

    Verbale Forum del 11/07/2012 

    Verbale Forum del 10/10/2012

    Verbale Forum del 09/11/2012

    Verbale Forum del 28/11/2012

     Verbale Forum del 06/12/2012

    Progetto Ecosee/a – Programma Europeo “Guardian of the Sea”

    Per chi fosse interessato a partecipare alle finalità del progetto può contattare l'Ufficio Cultura dell'Ente Parco o inviare una mail a: ufficiocultura@parcodelconero.eu